In base a questa definizione sono coinvolti tutti gli oggetti monouso che sono fatti completamente o parzialmente di plastica, ma da cui sono esclusi i dispositivi di protezione personale come mascherine e guanti.
Cosa dice la direttiva UE 904
Dal 3 luglio 2021 messi al bando dalla direttiva posate, piatti, cannucce e agitatori per bevande, bastoncini per palloncini, contenitori per alimenti di polistirene espanso, ossia recipienti quali scatole con o senza coperchio, usati per alimenti, contenitori e tazze in polistirene espanso e relativi tappi e coperchi. Costretto, dunque, a reinventarsi il settore del packaging alimentare dal momento che i contenitori nel quale viene portato a casa delle persone il cibo non potrà più essere di plastica oxodegradabile ma solo di carta o al massimo di plastica biodegradabile al 100%.
Sempre dal 3 luglio 2021 assorbenti, tamponi igienici e applicatori per tamponi, salviette umidificate, ossia salviette pre-inumidite per l’igiene personale e per uso domestico, prodotti del tabacco con filtri e filtri commercializzati in combinazione con i prodotti del tabacco, tazze per bevande, potranno essere immessi sul mercato solo se recano sull’imballaggio o sul prodotto stesso una marcatura in caratteri grandi, chiaramente leggibili e indelebili che comunica ai consumatori che sono fatti in plastica e che fornisca indicazioni sul loro specifico smaltimento.
A decorrere dal 3 luglio 2024 gli Stati membri provvedono a che i prodotti di plastica monouso, cioè i contenitori per bevande con una capacità fino a tre litri, vale a dire recipienti usati per contenere liquidi, per esempio bottiglie per bevande e relativi tappi e coperchi, nonché imballaggi compositi di bevande e relativi tappi e coperchi, i cui tappi e coperchi sono di plastica possano essere immessi sul mercato solo se i tappi e i coperchi restano attaccati ai contenitori per la durata dell’uso previsto del prodotto.
Gli unici prodotti a sfuggire dalla stretta sono dunque quelli riutilizzabili che, di conseguenza, andranno a perdere la loro funzione “usa e getta”. In parole povere, di plastica rimarrà solo ciò che non è monouso, ma riutilizzabile, completamente biodegradabile e a basso impatto ambientale.
Con questi interventi la UE mira a ridurre del 50% il consumo di plastica entro il 2025 e dell’80% nei successivi cinque anni, cioè entro il 2030; l’obiettivo è fare un passo avanti nella transizione ecologica riducendo il numero degli oggetti di plastica, visto il danno ambientale che il materiale causa soprattutto in mare.
Plastic Tax e credito di imposta per chi produce e acquista plastica biodegradabile
Accanto alla riduzione del numero dei prodotti in plastica in circolazione, il DL Sostegni bis ha anche previsto dal 1° gennaio 2022 l’entrata in vigore della plastic tax, cioè una tassa aggiuntiva da pagare sui prodotti fabbricati con plastica; nello specifico 0,45centesimi per ogni kg di plastica, con l’esclusione di quella prodotta da materiali riciclati, cioè completamente riciclabile.
Per incentivare l’utilizzo di materiali diversi dalla plastica la Legge di Bilancio 2019 ha introdotto un credito di imposta pari al 36% dei costi sostenuti dalle imprese, che acquistano materiali da imballaggio biodegradabili, compostabili o riciclati da carta e alluminio.
Nella stessa direzione la Legge di Bilancio 2020 che ha stabilito un credito di imposta pari al 10%, fino al tetto di 20.000 euro, per le spese sostenuta dalle imprese nel 2020, allo scopo di riconvertire la produzione e adeguarsi tecnologicamente alla produzione di materiali biodegradabili e compostabili.